C’è qualcosa di molto carino da sapere circa qualcosa di collegato alla Shungite.
Per la prima volta la struttura del fullerene è stata identificata nel 1980 da Sumio Iijima con una immagine da microscopio elettronico nella quale si vede una forma detta di “cipolla bucky.”
La prima molecola di fullerene che venne scoperta e catalogata e che poi diede il nome alla famiglia delle sfere allotropiche molecolari di carbonio, fu la buckminsterfullerene (C 60); questa scoperta è datata 1985 e fu portata avanti da un gruppo di scienziati quali Richard Smalley, Robert Curl, James Heath, Sean O’Brien e Harold Kroto presso la Rice University a Huston – Texas.
Il nome FULLERENE fu un omaggio a Buckminster Fuller; da qui anche i termini Buckyballs e Buckytubes che si riferiscono, rispettivamente, alla sfera e al tubulo di cabonio.
Chi era Richard Buckminster Fuller?

Nato nel 1896 a Miltom (Massachusetts) è venuto a mancare a Los Angeles nel 1983. Buckminster è stao un architetto, un inventore, un designer, un filosofo, uno scrittore e anche conduttore televisivo negli USA; praticamente fu un genio e nel 2004 il servizio postale americano gli ha dedicato un francobollo per i suoi grandi contributi scientifici.
Da giovane sperimentò idee per costruire delle piccole barche a propulsione umana: questo gli diede una buona base di conoscenza dell’uso dei materiali, e delle tecnologie necessarie a lavorarli, e maturò in lui il desiderio di approfondire tali competenze. Fuller in seguito guadagnò una qualificazione da operatore di macchine ed imparò a lavorare su numerose macchine utensili per la lavorazione delle lamiere.
Fuller frequentò la Milton Academy in Massachusetts ed in seguito frequentò l’Università di Harvard, ma ne fu espulso due volte: la prima per aver dato spettacolo davanti ad un intero corpo di ballo, la seconda per la sua “irresponsabile mancanza di interesse”. Come dato a margine ricusò, e non si adattò mai all’ambiente delle cosiddette “fratellanze universitarie”, tipiche di alcune università americane.
Nel 1927 a 32 anni vide sua figlia Alexandra morire di polmonite: per questo evento decise di trasformare la sua vita in “esperimento” da usare per scoprire cosa un singolo uomo può fare per cambiare il mondo e beneficare l’umanità intera.
Fuller accettò un incarico in un piccolo college in North Carolina. Lì sviluppò il concetto di cupola geodetica. Progettò il primo edificio a cupola, estremamente leggero, ma “in grado di sostenere il proprio peso”, senza apparenti utilizzi pratici. Il Governo capì l’importanza del progetto ed assunse Fuller per costruire cupole per le installazioni dell’esercito. Vennero costruite migliaia di queste cupole in pochi anni.
E’ proprio per l’invenzione della cupola geodetica che al fullerene è stato dato questo nome:

I successivi cinquanta anni di Fuller sono documentati con cura in 28 diari: sono gli anni in cui crea le sue principali invenzioni nel campo dell’edilizia, del trasporto e delle costruzioni.
Con la piccola eredità della madre Fuller finanziò i suoi esperimenti.

Fuller ottenne 25 brevetti, e numerosi dottorati onorari. Il 16 gennaio, 1970 ricevette la Medaglia d’Oro dall’American Institute of Architects.
Il 23 febbraio 1983 fu premiato con la Medaglia presidenziale della libertà dal Presidente Reagan.
Morì a 88 anni, mentre sua moglie era in coma per un cancro: durante una visita in ospedale si alzò di colpo esclamando “Sta stringendomi la mano!”. Lo sforzo gli causò un attacco cardiaco e morì un’ora dopo. Sua moglie lo seguì 36 ore più tardi.
Il suo corpo è sepolto al Mount Auburn Cemetery vicino a Boston, nel Massachusetts.