Possiamo vedere anche l’utilizzazione delle lenti stenopeiche da un punto di vista di utilizzazione psicologica:
- In una situazione di panico la visione è a campo lungo e diffusa.
- L’occhio è bloccato con scarsissima motilità laterale.
- Il torace è in espansione con difficoltà nell’espirazione.
- Esiste uno scarso contatto mente-corpo con alterazioni propiacettive.
- Il grunding, il contatto con la terra, è compromesso.
- L’indicazione per poter gestire una crisi di panico di tipo agorofobica è quella di mantenere una focalizzazione vicina, come guardare a terra, rilassare il respiro consapevolmente, spostare l’attenzione ai piedi, percependo il passo e lo spostamento del peso corporeo nel continuo accomodamento dell’equilibrio.
La chiave fondamentale è: “ritma il respiro sul passo”.
I Rasterbrille, attraverso i micromovimenti oculari, permettono di ristabilire una messa a fuoco lontano-vicino. La mobilità dell’occhio mette automaticamente, come può essere facilmente provato, in moto anche la respirazione che divenendo più diaframmatica si equilibra in un ritmo di espirazione-inspirazione più naturale. In tal modo la tensione nucale e mascellare vengono allentate e allentando la rigidità il corpo diventa più pesante ed avverte un maggiore contatto con il terreno (grunding).
Tutto questo riaccomodamento posturale porta ad un maggiore equilibrio e ad un successivo abbassamento sintomatologico.
In una situazione tipo “ansia da prestazione”, i Rasterbrille permettono una continua visione foveale, portando ad una maggiore concentrazione con un relativo abbassamento della “fuga delle idee” e di quello stato mentale accelerato, caotico e confusionale che inibisce fino a poter paralizzare un’azione adeguata ed efficace.
In un attacco di panico in ambiente chiuso può essere consigliato sempre di allentare consapevolmente il respiro, di spostare l’attenzione ai piedi e a sentire il peso del corpo a terra e di mantenere il contatto focalizzato a quello che si sta facendo al tempo dell’azione, definendo i contorni dello spazio e chiarendo a se stessi i termini di realtà che si stanno vivendo.
Anche in una situazione simile le lenti a foro stenopeico facilitano il contornare degli spazi con maggiore nitidezza e un maggiore contrasto cromatico e la messa a fuoco è a campo stretto, direttamente occhio-mano, il respiro diventa regolare con una migliore percezione del corpo e un conseguente migliore consapevolezza del “qui ed ora”.
Nelle situazioni in cui vi è un aumento dell’emotività, come paura, rabbia, tristezza le lenti scure fanno da schermo e attuano una barriera che protegge il soggetto separando l’interno dall’esterno.
La differenza tra un occhiale con lenti scure e i Rasterbrille è che mentre i primi creano un’alterazione del campo percettivo, i secondi aumentano la nitidezza delle immagini e allentando il respiro si crea un maggior spazio interno ossigenando l’emozione rendendola più gestibile.
In stati dissociativi il confine interno-esterno diventa labile se non addirittura inesistente; si presenta una dilatazione e un’alterazione del rapporto fantasia-realtà. Il linguaggio dell’inconscio prende il sopravvento su quello logico-lineare dell’Io. I Rasterbrille costringendo alla focalizzazione riducono l’effetto alone e riportano ad una percezione della realtà con un campo percettivo ristretto.
Attivando la percezione del corpo riportano i confini dell’Io nei confini del corpo aiutando a ristabilire il rapporto interno-esterno, contenendo l’emozione che non si trasforma in fantasia che proiettata all’esterno diventa delirio.