La Via della saggezza è profondamente diversa dalla Via del Potere in quanto in essa domina l’aspetto costruttivo invece di quello distruttivo.
Il personaggio che la percorre si immerge profondamente nel mondo fisico, immedesimandosi sempre di più nella materialità.
Costruisce attorno a se stesso una fitta rete di cose, esperienze e situazioni che lo legano a questo piano di esistenza.
Egli, pertanto, sviluppa notevolmente la sua parte mentale, in quanto crede di poter soddisfare i propri desideri, grazie ad essa.
Adotta quindi un approccio conoscitivo al fine di documentarsi, sapere e capire le dinamiche del mondo.
Suo obbiettivo è quello di potersi costruire una vita agiata e materialmente soddisfacente.
Gli piace infatti studiare, informarsi e leggere e trova molto facile e utile fare confronti interdisciplinari tra i diversi settori della conoscenza acquisita.
Diviene così un essere razionale e colto, sempre preso a fare paragoni tra sé e gli altri.
Spesso constata la propria superiorità intellettuale e critica chi non è al suo stesso livello.
È orgoglioso del suo sapere e si sente appagato quando viene amato ed ammirato.
Tale personaggio sviluppa un certo egocentrismo poiché si ritiene degno di essere al centro dell’attenzione e di ricevere complimenti e riconoscimenti dall’esterno.
Il settore spirituale è pieno zeppo di questi elementi in stato di acerba maturazione con un cuore duro come una pera nata da poco e che maturerà tra mesi.
A un certo punto del suo cammino lungo la Via, egli scopre che ogni ambito della vita umana è collegato agli altri.
Ciò che connette le varie manifestazioni fenomeniche è una dimensione più profonda di quella materiale che non è raggiungibile attraverso le sue costruzioni materialistiche.
Sorge in lui l’intenzione di penetrare in tale realtà per conoscerla e comprenderla.
Tuttavia, incontra immediatamente una barriera che egli conosce benissimo.
Il suo percorso meramente razionale e conoscitivo, utile fino a quel momento, lo esclude completamente dalla percezione di ciò che si cela dietro le apparenze.
Egli, allora, prova ad ovviare a tale limite con il metodo che conosce meglio: conoscere e studiare argomenti metafisici diventando così un cultore delle cose spirituali.
L’ebbrezza di avere accesso a informazioni esoteriche, però, lo illude di avere squarciato i veli di materialità che lo separavano dalla Verità mentre, in realtà, egli si è ancor più immerso nella sua mente.
I dati acquisiti intellettualmente, infatti, si combinano continuamente tra di loro, generando nuovi dati, che egli crede siano intuizioni provenienti dal suo Essere spirituale.
Tali dati sono solo sue rielaborazioni mentali di informazioni provenienti dall’esterno e legate al passato.
Infatti, ogni forma di conoscenza è, nel momento in cui viene acquisita, sempre vecchia.
Tuttavia, credendo che i risultati mentali raggiunti siano vere e proprie intuizioni, egli si sente sempre più saggio e quindi più vicino alla meta dell’auto-realizzazione.
Invece è sempre più lontano poiché trascura l’esperienza a vantaggio dello studio conoscitivo.
I Punti $aggezza vengono assegnati solo a seguito di esperienze nuove.
Esse, pertanto, non possono essere vissute sulla base della conoscenza intellettuale avente ad oggetto informazioni passate.
In altri termini, tale personaggio sta utilizzando uno strumento non idoneo (l’intelletto) a riscoprire la sua più intima essenza.
Non è possibile divenire consapevole di se stesso in maniera conoscitiva, ma solo esperienziale.
Le intuizioni, in quanto espressione di idee nuove del Sé, trovano sempre meno spazio nel suo corpo mentale, riempito di enormi quantità di dati e relative rielaborazioni.
Conseguentemente esse sono censurate in quanto non possibili rispetto ai dati in suo possesso.
Oppure associate a qualcosa di già conosciuto, riducendone così l’essenza ed eliminandone il carattere di novità.
La difficoltà di superare la barriera unita all’intenzione di riuscirci porta il personaggio che percorre questa Via in un momento di profonda crisi.
Egli realizza che i conseguimenti materiali e conoscitivi raggiunti non possono arricchire in alcun modo la sua consapevolezza (non apportandogli alcun Punto $aggezza), né lo possono condurre a vivere esperienze di estasi e di illuminazione.
Apre gli occhi e osserva di aver costruito attorno a sé una inutile gabbia dorata, alimentata dall’autocompiacimento e fatta di materialità e vana cultura.
Il suo stesso intelletto gli si ritorce contro dicendogli che ha fallito.
Tuttavia, è proprio in questo momento che il personaggio è pronto per procedere oltre.
Perde progressivamente interesse per acquisire informazioni di altri e comincia sperimentare quelle che, il suo intelletto, ritiene le più utili per la sua ricerca.
Contemporaneamente osserva i suoi conseguimenti e si accorge di essere qualcosa di diverso da colui che ha fallito che, di fatto, è la sua personalità.
Tale constatazione gli apre le porte alla percezione dell’esistenza di un osservatore silenzioso e quieto che esiste all’interno di se stesso.
La consapevolezza della personalità viene allora illuminata dalla luce del suo Essere spirituale.
Intuizioni e sensazioni irrompono nella sua quotidianità guidandolo in esperienze nuove poiché non filtrate dalla mente razionale.
Così realizza esperienzialmente che la materia, da sola, non è sufficiente a placare l’anelito di evoluzione che sente di avere come personaggio.
Essa necessita, per così dire, di essere spiritualizzata, cioè osservata e sperimentata nella sua più profonda essenza che trascende le definizioni mentali.
Tale osservazione non può avvenire fintanto che esiste un attaccamento alle cose e ai conseguimenti materiali, poiché essi annebbiano la percezione della realtà oltre l’illusione.
La conoscenza intellettuale si rivela essere un’arma a doppio taglio.
Da un lato lo può portare rapidamente alle soglie della Verità, se riesce a non attaccarsi ad alcuna informazione e a comprendere quale sia il vero oggetto della sua.
Tuttavia, dall’altro può far smarrire chiunque negli infiniti meandri dello scibile umano e del proprio intelletto, convincendosi che essi siano la vera realtà della Vita.
Il processo evolutivo di chi percorre la seconda Via deve passare attraverso il discernimento di ciò che è veramente essenziale, sia dal punto di vista materiale, che da quello delle informazioni da acquisire.
Il personaggio, allora, perde progressivamente interesse per gli studi.
Non è più attirato dal benessere e dai conseguimenti materiali.
Muovendosi dal centro del suo cuore, sostituisce l’amore per essere amato con l’amore per l’amore.
In tal modo, riscopre se stesso come parte unita ed interconnessa con il resto dell’Universo.
Egli accantona il suo atteggiamento critico a favore della tolleranza.
Avverte il desiderio di trasmettere all’esterno la sua conoscenza divenuta saggezza attraverso l’esperienza, affinché tutti ne possano beneficiare.
Essendosi staccato da ciò che lo legava alla materia e alla conoscenza, scopre la beatitudine di essere una persona semplice e, come tale, vive la propria quotidianità.
Orienta la sua vita all’esperienza anziché alla conoscenza.
Così destruttura progressivamente il suo apparato mentale facendo sempre più spazio a intuizioni e sensazioni.
In tal modo, scopre il potere insito nel vivere il momento presente, unica dimensione reale e realizza chi è veramente.
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