Il personaggio che percorre la via della ricerca scientifica è inizialmente attratto dai primi tre regni della natura (minerale, vegetale ed animale) e dal corpo umano.
La sua curiosità è di tipo intellettuale, nel senso che si chiede, di ogni cosa che osserva, che cosa sia, come sia fatta, quale sia il suo ciclo, come funzioni, ecc.
Egli osserva, studia, definisce e cataloga ogni fenomeno della vita credendo, in tal modo, di soddisfare la sua curiosità.
È facile che svolga la professione di medico, biologo o comunque di ricercatore scientifico.
Vi è in lui un profondo desiderio di penetrare i segreti della materia e si indirizza verso un settore specifico di indagine, approcciandolo in maniera scientifica.
Scompone l’oggetto dell’indagine in pezzi sempre piccoli, studiandone le varie parti e il relativo funzionamento.
È incline a credere che l’universo sia meccanicistico, cioè esistente in base a leggi fisiche meccaniche invariabili ed immutabili.
Spesso si dichiara ateo o quanto meno scettico rispetto a qualsiasi altra cosa che non sia materialmente esistente.
Studia a fondo gli effetti, ma trascura le cause dei fenomeni della Vita.
Può fermarsi a questo livello di coscienza e non procedere oltre, specializzandosi in uno degli infiniti meandri dello scibile umano di cui diventerà esperto.
In tal modo riceverà successi e riconoscimenti altrui che gli garantiranno una costante fonte di energia emozionale grazie a cui avrà la sensazione di esistere.
Oppure può procedere oltre, se si accorge che il funzionamento di ogni singolo componente della Natura è incomprensibile se viene analizzato solo in base agli effetti che esso produce.
In tal caso diviene consapevole del più grande limite della ricerca scientifica intesa in senso meramente razionalistico.
Studiare le varie parti di un qualsiasi sistema, senza poter spiegare quale sia il carburante, la forza che lo rende funzionante.
Trovatosi di fronte a tale dilemma, egli, inizialmente, prova a rispondere scendendo ancora più nel particolare.
Cerca in tal modo di descrivere i meccanismi che fanno muovere gli ingranaggi della Natura.
Tuttavia, si accorge presto che si tratta pur sempre della descrizione di effetti prodotti da una causa ignota che scientificamente gli sfugge.
Vive, allora, un momento di profonda crisi.
Si rende conto che la Verità non può essere rivelata esclusivamente dalle forme ma deve necessariamente accompagnarsi ad altro che è, per sua natura, immateriale.
Tale scoperta lo conduce a riconsiderare l’intera sua esistenza comprendendo che tutti gli sforzi effettuati fino a quel momento sarebbero inutili se non venissero integrati con ciò che egli ha sempre ritenuto impossibile.
Accettare il fatto che la sola mente razionale è insufficiente a spiegare integralmente il funzionamento dell’Universo, è per lui compito difficoltoso che gli prende tempo ed energia.
Per svolgerlo si serve dell’osservazione di se stesso e del modo in cui ha condotto la sua vita fino a quel momento.
Infatti, si rende conto che le sue ricerche, condotte con metodo razionalistico, sono state ispirate da intuizioni non provenienti da conoscenze pregresse, ma che si è trovato ad avere nella mente.
Si accorge che egli stesso, senza saperlo, ha utilizzato un approccio olistico alla sua attività, combinando intuizioni e idee con ragionamenti teorici e attività fisiche sperimentali.
Infine, comprende che nella sua mente, così come dietro ogni manifestazione della Natura, co-esistono due diverse anime:
• una metafisica, che dà origine e sostiene il fenomeno;
• una fisica che ne consente l’espressione e il funzionamento sul piano fisico.
Grazie a tale comprensione, integra le sue ricerche concentrandosi sul rapporto che esiste tra l’immateriale e il materiale arrivando così a scoprire l’essenza delle diverse espressioni della Natura studiate.
Il suo approccio cessa quindi di essere settoriale e diviene interdisciplinare, cercando di collegare i diversi ambiti della ricerca in un unicum armonico.
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