Il potere rappresenta la prima qualità che un giocatore (ed il relativo personaggio) può esprimere per vincere il gioco.
Vi sono personaggi che sembrano nati per avere il potere nelle loro mani.
Lo manifestano sin dalla più tenera età in comportandosi in maniera autoritaria, determinata e incline al comando piuttosto che alla subordinazione.
La caratteristica principale di tali soggetti è l’attività dinamica e determinata contrapposta alla riflessione e alla quiete.
Essa può esprimersi anche attraverso comportamenti violenti verso tutto quello che non si conforma a ciò che essi desiderano realizzare.
Infatti, l’eventualità di danneggiare o distruggere persone o cose non costituisce per loro un problema.
Essi sono naturalmente portati ad assumere ruoli di comando e di autorità, come quelli che si trovano in ambito politico e militare, dove possono esprimersi anche attraverso la forza.
Il personaggio che percorre la via del potere, quindi, rivolge inizialmente il suo impeto distruttore verso il soddisfacimento dei propri personali interessi.
In tale opera, agisce sempre da solo in quanto non avverte alcun bisogno di farsi aiutare dagli altri per procedere verso la sua meta.
Con il tempo egli indirizza l’intera sua personalità (e quindi corpo fisico, emozioni e pensieri) al raggiungimento dei propri scopi e questa integrazione lo rafforza ulteriormente, rendendolo
particolarmente insensibile a ciò che sta attorno a lui, spesso considerato come inferiore e sacrificabile.
L’esercizio distruttivo ed egoistico del potere, protratto nel tempo, però, invece di placare la sua brama, sembra aumentarla sempre di più e con essa aumenta anche la sua frustrazione.
A livello più profondo, egli inizia a percepire che il perseguimento dei suoi personali scopi nel mondo materiale non lo può appagare, anzi lo consuma come un cerino.
Acquisita tale consapevolezza, allora, osserva per la prima volta dall’esterno gli effetti della sua azione prorompente.
Attorno a lui vede solo la distruzione che ha creato e si rende conto di essere profondamente solo, lontano dal resto dell’umanità e dalla Vita.
Tale vista lo distrugge, avendo egli distrutto per procedere.
Tuttavia, è proprio questa crisi che produce in lui un cambiamento interiore: non avendo alcun appiglio esterno a cui aggrapparsi, per la prima volta si rivolge all’interno di se stesso e irrompe la luce del suo cuore.
Allora il suo atteggiamento e modo di vivere cambiano in quanto egli si rende conto che solo l’amore può appagare la sua inesauribile sete.
Realizza che il potere è la prima espressione dell’amore incondizionato che pervade l’intera esistenza.
Tale consapevolezza gli permette di dominare l’impulso all’azione distruttiva.
Si abitua a rimanere quieto nel suo centro attendendo l’impulso proveniente dall’Essere spirituale.
Inoltre, tende la mano verso i suoi simili in quanto comprende che ciò che ha distrutto deve essere ricostruito.
Individua nella cooperazione la chiave per procedere a tale opera.
Grazie all’esercizio costruttivo del potere, dalle macerie egli fa sorgere nuove forme di struttura e livello evolutivo superiore rispetto alle precedenti.
La consapevolezza derivante da tale esperienza gli palesa il suo talento nonché la comprensione di aver percorso la via del Potere.
Essa consiste nel distruggere ciò che sul piano fisico ha esaurito il proprio scopo, creando le condizioni ideali per la ricostruzione di nuove forme di ordine superiore.
Ed egli diviene il protettore di tutti i costruttori che compiono tale lavoro.
A questo punto il potere di cui è naturalmente portatore viene indirizzato al servizio della Vita e della creazione.
Dedica interamente la sua esistenza ad assistere e proteggere coloro che hanno il compito di ricostruire.
Lo fa grazie alle sue capacità di comando e di organizzazione.
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